domenica 8 ottobre 2017

DISTACCO 1 - Verso l’essenziale

“Quando faccio pulizia nella mia mente, togliendo tutto ciò che è inutile, ecco che trovo la serenità, oltre a una pila di giornali vecchi e la mora sul bollo dell’auto.” (Sara Bini)


“Distacco” è un temine spesso connotato in senso negativo poiché tende ad evocare immagini di rinuncia, perdita e privazione. In effetti ogni tipo di separazione forzata o prematura può generare nell’individuo un carico di sofferenza non indifferente.
D’altra parte, lungo il comune percorso di crescita e maturazione, questo processo può verificarsi anche in modo meno doloroso e, tutto sommato, naturale. Se da piccoli, per esempio, eravamo molto attaccati ai nostri giocattoli, da grandi non abbiamo esitato ad accantonarli quando sono subentrati nuovi interessi e nuove aspirazioni.


Allo stesso modo varie volte, nel corso della vita, operiamo una spontanea revisione dei nostri bisogni e dei nostri oggetti di desiderio: ciò che poco prima rappresentava la fonte primaria di ogni piacere, adesso si svuota, si ridimensiona e noi investiamo la nostra energia altrove. 
La mia esperienza riguardo al distacco assomiglia infatti molto più a un cambiamento di priorità e di prospettiva piuttosto che a una forma di repressione o di rinuncia. Nonostante ciò, talvolta questo processo ha sollevato e solleva in me un acuto senso di angoscia e conflitto, specialmente nei seguenti due casi:

  • quando un bisogno o un desiderio non sono stati sufficientemente incontrati e soddisfatti, per cui restano lì a “covare” minando il passaggio al “livello successivo”;
  • quando due tendenze o istanze divergenti raggiungono la stessa potenza nella coscienza e iniziano a strattonarla violentemente in direzioni opposte.
##Continua nel post successivo Distacco 2 - Il distacco da sé


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