mercoledì 27 novembre 2013

VARIAZIONI SU TEMA - Prima di ogni alba


"Ormai quasi muta
quasi sentendo
ancora
il richiamo

Vieni. Una volta sola
Vieni." 
(Ingeborg Bachmann, 'Ondina se ne va')



Secondo l’esoterismo, le ondine sono le famose ‘ninfe’: spiriti acquatici che formano la parte sottile, eterea dell’acqua. Si trovano quindi nei ruscelli, nei laghi delle foreste o nelle cascate.  Secondo alcune leggende, le ondine non possono avere un'anima fino a che non sposano un uomo e non gli danno alla luce un figlio. La letteratura si è sbizzarrita intorno a questa figura, così romantica e inquietante al tempo stesso. Una delle Ondine più famose è la Loreley del Reno, ninfa che, seduta su un masso alla riva del fiume, distrae i  naviganti col suo canto e con la sua bellezza fino a farli affondare.


 A me piace molto la lettura che ne fa una delle più grandi poetesse contemporanee, Ingeborg Bachmann, nel suo racconto ‘Undine geht – Ondina se ne va’. Ne riporto una parte del commento fatto da una critica italiana, Nunzia Attardi : “Ondina se ne va perché sceglie di andarsene, di ritornare al suo mondo dopo aver invano cercato il suo Hans, l’uomo perfetto di cui innamorarsi perdutamente: la perfezione non  è umana e spesso insensibile; cercava Ondina, di sfuggire all’amica solitudine finendo con l’avere come compagne sofferenza e dolore. L’ultima parte del racconto sa di invettiva femminile contro il genere maschile: uomini bruti, uomini vittime delle convenzioni sociali, falliti e deboli; il tutto esposto sotto forma di monologo, grido liquido e muto della sirena, tornata tale. Ondina se ne va, da una finta realtà, di luci, suoni e colori effimeri, di baci poco profondi, di momenti che non meritano di essere ricordati…” Il link al commento intero:


Da questo testo della Bachmann ho preso spunto per la mia poesia, a cui ho aggiunto un’ulteriore sfumatura. La mia Ondina se va, esattamente come quella della Bachmann, ma su una melodia di amore e riconciliazione.  Ha imparato a comprendere in sé l’umanità,  ad amarne l’imperfezione.  Sa onorare i momenti di contatto e di calore sapendo che sono solo istanti, perché la natura umana poco riesce a stare nell’intimità, nelle vibrazioni alte del piacere, dell’unione e della gioia. La mia Ondina è spirito, sa di esserlo e allo Spirito ritorna, lasciando dietro di sé ‘due smeraldi che erano i suoi occhi’  e ‘una musica che non lascia più in pace’. La musica dell’Eterna Nostalgia.

Qui di seguito il video con la mia poesia, interpretata da me,  Massimo Matarozzo  e Fabio Cappelli nel progetto poetico-musicale ‘Etnie Vibranti’.



Poesia che si trova nel libro : Variazioni su Tema

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